VENTESIMA EDIZIONE DELLA RICERCA EDELMAN TRUST BAROMETER
ITALIA IN CHIAROSCURO: L’INDICE GENERALE DI FIDUCIA AUMENTA DI 3 PUNTI RISPETTO AL 2019 E L’ITALIA È SECONDA IN EUROPA DOPO L’OLANDA MA IL 61% DEGLI ITALIANI CREDE CHE IL CAPITALISMO DI OGGI SIA UN FATTORE NEGATIVO SU SCALA GLOBALE E l’87% TEME DI PERDERE IL LAVORO
Associazioni non governative, media e aziende guadagnano fiducia rispetto allo scorso anno. La delocalizzazione è la paura principale in relazione alla perdita del lavoro (Italia prima al mondo).
Un paese in chiaroscuro nel quale la fiducia continua a crescere (+ 3 punti rispetto allo scorso anno e secondo posto in Europa dopo l’Olanda) e che assegna un ruolo molto importante agli amministratori delegati nel guidare il cambiamento senza attendere il Governo (il 60% degli italiani è d’accordo, in crescita di 11 punti rispetto al 2019) ma che nel 61% dei casi considera il capitalismo come un fattore più negativo che positivo nel mondo e ritiene l’avanzamento tecnologico troppo veloce (67% del campione). L’Italia è inoltre al primo posto tra tutti i paesi analizzati nel considerare la delocalizzazione come ragione principale di perdita del posto di lavoro.
È la fotografia dell’Italia scattata dalla 20 esima edizione dell’Edelman Trust Barometer, la più importante indagine globale sul tema della fiducia realizzata dall’agenzia di comunicazione Edelman in 28 paesi su di un campione di 34.000 persone, diviso tra élite (la parte più informata e con maggior tenore di vita) e il resto della popolazione. La ricerca, che ha analizzato la fiducia verso aziende, media, governo e associazioni non governative, è stata presentata lo scorso febbraio dall’Amministratore Delegato di Edelman Fiorella Passoni e commentata da Giorgio Mosca (Senior Vice President Institutional Relations/ Think-tanks & Associations, Leonardo), Massimo Sebastiani (Capo redattore centrale, Ansa), Marco De Amicis (Relazioni Istituzionali, Save the Children) e Roberto Arditti (Direttore, Formiche).
Nel 2020 le élite ritengono degne di fiducia aziende, media e associazioni non governative lasciando in territorio neutrale il governo che dieci anni fa riscuoteva invece più fiducia rispetto alle aziende (32% contro 27%) ma la situazione si capovolge considerando il resto della popolazione per la quale nessuna delle 4 istituzioni riscuote fiducia. Considerando l’intero campione, la situazione rispetto allo scorso anno è però migliorata, in quanto le associazioni non governative hanno guadagnato 5 punti percentuali, le aziende e i media 4 punti mentre il Governo ne ha persi 2. Il trend di lungo periodo è sostanzialmente positivo in quanto, tenendo presente il dato delle élite, dal 2006 la fiducia nelle aziende è aumentata del 17%, nel Governo del 18%, nei media del 18% mentre le NGO hanno perso il 6% partendo però dal 66% di fiducia, dato più alto in assoluto.
Tra le voci considerate più credibili, gli esperti accademici restano in testa ma guadagnano 5 punti i dipendenti aziendali che riscuotono più fiducia dei CEO (48% contro 35%) ai quali si chiede tuttavia di guidare il cambiamento: l’89% del campione chiede loro di prendere posizione in merito a grandi temi quali l’impatto dell’automazione sul lavoro, l’uso etico della tecnologia, la formazione sui lavori del futuro.
Aumenta in Italia la fiducia nei media rispetto allo scorso anno con il nostro paese che è secondo in Europa con il 49% del campione ma il 76% degli italiani è preoccupato che le fake news possano essere usate come arma, un dato che cresce di 6 punti percentuali rispetto a due anni fa e che è superiore rispetto a quanto registrato in Francia e Germania mentre il 63% del campione teme che i media possano essere contaminati da notizie inattendibili, dato superiore rispetto al 57% registrato su scala globale. Considerando il grado di fiducia nelle varie tipologie di media, continua la discesa dei social che perdono 3 punti percentuali nell’ultimo anno e 14 punti dal 2012 mentre i media tradizionali sono cresciuti passando dal 57% al 65% in termini di fiducia rispetto a otto anni fa.
Gli italiani sono scettici verso la tecnologia, infatti il 67% del campione pensa che i progressi in questo campo siano troppo veloci e l’80% crede che il Governo non comprenda le tecnologie emergenti in misura tale da riuscire a regolamentarle efficacemente. Un dato quest’ultimo superiore rispetto a quello di Francia (61%) e Germania (75%).
Aumenta la fiducia nell’Unione Europea (9 punti percentuali in più rispetto al 2019) e nelle Nazioni Unite (+5 percentuali) anche se non abbastanza per portare le due istituzioni in territorio positivo e nel caso dell’ONU, il dato è inferiore di 4 punti alla media globale.
“La ventesima edizione dell’Edelman Trust Barometer mette in evidenza il rafforzamento di un trend che dura da diversi anni e in base al quale le aziende si confermano la realtà più considerata in termini di fiducia e agli amministratori delegati si richiede un ruolo dinamico e propulsivo nella guida del cambiamento e prese di posizione forti sui grandi temi dell’economia e del lavoro - ha affermato Fiorella Passoni, Amministratore Delegato di Edelman Italia – I dipendenti aziendali ripongono fiducia nei propri datori di lavoro ma si aspettano di essere più coinvolti nelle decisioni e nella pianificazione. In questo quadro, il campione ha chiaramente manifestato la necessità di un dialogo costante tra aziende, media, Governo e associazioni non governative per affrontare le sfide e i cambiamenti che interessano l’economia e la società.”