GLI STIPENDI ALTI NON BASTANO PIÙ

Secondo l’“Edelman Trust Barometer Special Report: The Belief-Driven Employee”, le persone scelgono il proprio lavoro in base alle proprie convinzioni (61%), con una percentuale che sale al 67% tra le nuove generazioni (18-34 anni).

La nuova ricerca condotta dall’agenzia di comunicazione Edelman in 7 paesi su un campione di 7.000 persone, mostra come la pandemia abbia profondamente cambiato le priorità delle persone, tanto che, oggi, la maggioranza dei lavoratori considera di scegliere, abbandonare, evitare o accettare un impiego sulla base delle proprie convinzioni personali. Una nuova era, in cui la ricompensa economica non rappresenta più un incentivo sufficiente a lavorare più a lungo o più duramente.

Come Richard Edelman (CEO Edelman) scrive in un suo recente articolo: “C’è bisogno di un nuovo patto tra dipendenti e datori di lavoro. Innanzitutto, i dipendenti devono essere riconosciuti come lo stakeholder più importante. Essi devono avere una voce, sia nella strategia aziendale che nella comunicazione e nelle attività di visibilità esterna. Il “My Employer” è tenuto ad agire concretamente su questioni di primaria importanza come l'assistenza sanitaria, la tutela dell’ambiente e la D&I (Diversity & Inclusion). Le imprese devono formare i dipendenti, per prepararli al lavoro del futuro. I CEO devono incarnare i valori dell’azienda che rappresentano ed esprimersi pubblicamente su temi importanti. I dipendenti non sono più personaggi secondari, ma partner essenziali per il futuro del business”.

Già nel maggio 2021, con l’Edelman Trust Barometer Spring Update: A World in Trauma, avevamo visto “il mio datore di lavoro" (77%) come l'istituzione più affidabile - considerata dai dipendenti la fonte di informazione più credibile (59%) – e, per la prima volta, i dipendenti come gli stakeholder più importanti per il successo di un'azienda nel lungo termine.

Esiste un nuovo patto tra dipendente e datore di lavoro, che richiede alle imprese di assumere un ruolo più rilevante nella società, riconsiderando fondamentalmente le motivazioni e i valori del lavoratore. Quel valore che un’azienda offre a suoi dipendenti e che viene percepito anche al di fuori dell’organizzazione da potenziali candidati - la cosiddetta Employee Value Proposition (EVP) – “assomiglia a un treppiede”, spiega Richard Edelman (CEO Edelman), “che sta in equilibrio sui tradizionali incentivi della retribuzione e dell'avanzamento di carriera, una rinnovata attenzione al benessere dei dipendenti, con orari flessibili e lavoro a distanza, e ora un impegno del datore di lavoro ad agire per il bene della società. Il “My Employer” deve essere in grado di sostenere ogni gamba di questo treppiede se vuole conquistare e mantenere solide relazioni con i propri dipendenti”. 

Mentre l’ansia di perdere il posto di lavoro rimane comunque alta al 78% - seppure diminuita di 3 punti percentuali rispetto al 2021 –, i dati ci mostrano come la pandemia abbia fatto crescere notevolmente le aspettative di chi è in cerca di lavoro (76%), soprattutto per la fascia d’età 18-34 (79%).

Oggi, la “candidata ideale” è l’azienda che, oltre ad offrire opportunità di avanzamento di carriera e stipendi competitivi (82%), sia in grado di sostenere l’empowerment personale (77%) – attraverso una comunicazione diretta e costante, la possibilità per i dipendenti di fornire input e di essere inclusi nei processi decisionali, e una reale corrispondenza tra i valori dell’organizzazione e le persone che la rappresentano – e produca un impatto sociale reale (71%) - che sappia agire nell’interesse della società e delle sfide che questa si trova ad affrontare.

Allo stesso modo, ben 6 intervistati su 10 (61%) dichiarano di scegliere il proprio datore di lavoro sulla base delle proprie convinzioni personali, privilegiando quelle persone considerate affini dal punto di vista morale, ideologico, valoriale e di responsabilità sociale. Ancora una volta, questa “selezione” è particolarmente importante per le nuove generazioni (la percentuale sale al 67% per la fascia d’età 18-34).

Questi dati sono coerenti con i risultati dell'Edelman Trust Barometer Special Report: Trust, The New Brand Equity pubblicato nel giugno 2021, che vedeva più di 6 consumatori su 10 prendere decisioni d’acquisto mossi dalle proprie convinzioni, con la fiducia che è diventata un elemento essenziale, quasi al pari della qualità e del valore di un bene.

A livello europeo, Edelman ha dimostrato di saper tradurre le parole in azioni concrete. “Edelman EMEA ha già firmato il proprio contratto sociale tra impresa e dipendenti. Un contratto che definisce la cultura che dobbiamo coltivare per realizzare la nostra missione: mettere a disposizione l’importanza del nostro gruppo a beneficio di ogni cliente, per permettere di costruire e sostenere forti relazioni di fiducia e usare la loro attività per contribuire a creare un futuro migliore”, dichiara Fiorella Passoni (CEO Edelman Italia). Nato per volontà di Ed Williams (President & CEO, Edelman EMEA), il patto sociale di Edelman EMEA stabilisce l’impegno che ogni dipendente assume nei confronti dei propri colleghi e, per estensione, verso i propri clienti e la società intera. “Esso delinea i principi e le aspettative che formano un quadro relazionale che definisce l'ambiente di lavoro e le dinamiche che vogliamo vedere realizzate”, aggiunge Fiorella Passoni, “si tratta di ciò che ci aspettiamo da Edelman e di ciò che Edelman si aspetta da noi. Al centro di questo contratto ci sono sette pilastri portanti: fiducia, diversità, equità e inclusione, empatia, empowerment, integrazione, contributo sociale e imprenditorialità. È stato progettato in modo collaborativo, coinvolgendo ogni parte del business nella nostra regione. Nasce da noi ed è per noi.”